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Cittadinanzattiva Toscana sul Fine Vita

Comunicato stampa di Cittadinanzattiva Toscana

FINE VITA: UNA PROPOSTA DI LEGGE CHE NEGA DIGNITÀ A CHI NE HA PIÙ BISOGNO
Dopo anni di immobilismo, il Parlamento italiano sta discutendo il testo in riferimento al DDL sul fine vita, approvato nei giorni scorsi nelle Commissioni riunite Giustizia e Affari sociali del Senato, e si prevede approderà in Aula il prossimo 17 luglio che potrebbe segnare un punto di svolta – o un ritorno al passato – sul tema del suicidio assistito.
A sei anni dalla sentenza 242/2019, il legislatore arriva all’appuntamento impreparato e timoroso, con una posizione ideologica distante dalla realtà che lascia i cittadini più fragili il peso di una decisione solitaria e costosa.
CittadinanzAttiva Toscana, in maniera allarmata, denuncia un paradosso inquietante: lo Stato si riserva il diritto di decidere se autorizzare o meno il suicidio medicalmente assistito, ma si sottrae poi alla responsabilità di garantirne l’accesso.
È una scelta che trasforma un diritto potenziale in un privilegio per pochi.
Andiamo al cuore del problema:
Il ruolo sproporzionato attribuito al Comitato nazionale di valutazione, nominato direttamente dal governo e quindi non “super partes”.
L’esclusione totale del Servizio Sanitario Nazionale dalla procedura di assistenza.
Si introduce l’obbligatorietà delle cure palliative come condizione di accesso, trasformandole in un trattamento sanitario obbligatorio, modificando gli art. 4 e 5 della legge 219/2017 sulle disposizioni anticipate di trattamento
Vengono introdotti tempi di attesa incompatibili con le condizioni di chi soffre
Ne conseguono implicazioni economiche e sociali per chi non può permettersi cure private in quanto tutta la procedura, dal coinvolgimento del medico di fiducia ai farmaci necessari, saranno a carico della persona che ne ha fatto richiesta.
Una legge, nata in apparenza per garantire libertà, rischia invece di alimentare disparità e lasciare solo chi soffre di più. È legittimo parlare di “privatizzazione del dolore”.
Il fine vita, come la salute, non può essere un privilegio. Deve essere un diritto garantito, protetto, accessibile come dignità, in ogni fase dell’esistenza.
Chiediamo con forza:
  • Al Parlamento italiano di fermarsi, di ascoltare, di restituire dignità al dibattito sul fine vita
  • Alle istituzioni coraggio, ascolto, umanità
  • Alla cittadinanza, la partecipazione e consapevolezza: perché il silenzio, in questi casi, diventa complicità.
Il Segretario Regionale di Cittadinanzattiva Toscana
Massimo Schirru

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