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Emergenze: numero unico ancora lontano

Ancora una volta, nel 2017, dobbiamo apprendere dagli organi di informazione di quanto sia complicato gestire l’emergenza in Italia! Il racconto su La Nazione del prof. Quintino Marcella, che ha cercato di dare l’allarme, prima possibile, per indirizzare i soccorsi verso l’hotel Rigopiano, fa ricordare la “confusione” che ancora oggi è ben rappresentata nella prima fase della gestione delle emergenze, micro e macro.

Il prof. Marcella dichiara di aver telefonato e illustrato l’accaduto a ben cinque numeri per l’emergenza terrestre: 113, 115, 118, 112, 117. Al di là del fatto di essere o non essere subito creduti, riferire a ben cinque centralini le notizie dell’accaduto è servito solo a perdere tempo prezioso. Dal 2010, ultima data concessa in deroga dall’Unione Europea, anche su tutto il territorio nazionale doveva essere attivo il 112 quale NUE. (Numero Unico di Emergenza). Con varie centrali operative uniche, multidisciplinari, che in caso di emergenze, micro o macro, avrebbero dovuto gestire e coordinare tutti i tipi di emergenza nel Paese. Giova ricordare che l’Unione Europea, come riportato da La Nazione, ci ha sanzionato per 178.000 euro al giorno!

Il nostro Movimento si è sempre impegnato, con le sue “modeste forze”, a sostenere ilvaro del NUE in Italia ma non ha mai avuto nessuna risposta. Né dalle amministrazioni, né dalle autorità politiche. Oggi il NUE, in Italia, lo vediamo realizzato solo a “macchia di leopardo” e ciò sicuramente complica l’uso dei servizi di emergenza per tutti, in particolare per i turisti e gli stranieri che vengono in Italia per motivi di lavoro.

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