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Carenza dei servizi di salute mentale nelle Colline dell’Albegna

Un comunicato stampa congiunto di Oasi, Cittadinanzattiva toscana, Gruppi Ama famiglie Orbetello, Manciano, Porto S.Stefano

Finalmente, dopo tanto tempo un incontro in presenza – all’aperto e in sicurezza –
tra rappresentanti di Oasi, Cittadinanzattiva toscana e gruppi AMA famiglie di Orbetello, di
Manciano e di Porto S.Stefano, per dare voce al grido di dolore di chi sta soffrendo da
tempo della grave carenza dei servizi di salute mentale nelle Colline dell’Albegna.

I servizi essenziali non ci sono più. L’assistenza e il supporto psicologico sono negati
anche in situazioni di evidente pericolo. I gruppi di ‘auto mutuo aiuto’, che sarebbero di
grande sostegno, sono stati soppressi. I telefoni non rispondono mai. I pazienti cronici
sono “dimenticati” nei poderi più sperduti. I familiari e gli stessi pazienti non vengono
trattati come “persone” con il conseguente dovuto rispetto… purtroppo si potrebbe
continuare…

L’emergenza, se è vera emergenza, non può e non deve durare sempre e si
dovrebbe sapere – TUTTI – che la pandemia ha aumentato il bisogno di socializzazione. Il
servizio di salute mentale dovrebbe saperlo ancora di più potenziando l’offerta.

Una situazione davvero intollerabile è quella dei familiari che,  se anche li
chiamiamo “caregivers” rimangono comunque le persone sulle quali – in grande solitudine
– grava sempre più tutto il peso del disagio, senza trovare né supporto né ascolto nel
personale sanitario preposto. Molto spesso, troppo spesso, proprio su questi cittadini, già fragili per il disagio
familiare che vivono quotidianamente, cala anche l’abbandono dei servizi territoriali sui
quali dovrebbero invece poter contare… se è ancora vero che esiste una sanità pubblica e
che il diritto alla salute è sancito dalla nostra Costituzione!

I cittadini che hanno bisogno e che possono permetterselo devono ricorrere alla
sanità privata, ma gli altri che possono fare? E poi la beffa: a quelli che ricorrono al privato
viene negato anche il rinnovo del piano terapeutico da parte di chi ce li ha in cura.

C’è da chiedersi cosa vuol dire “prendere in cura o prendere in carico”?

Siamo sicuri che queste sono le “necessarie conseguenze” di una pandemia?

Forse dovremmo rivedere il nostro vocabolario per trovare qualche altra parola
anglosassone che mascheri la povertà di quello che sta succedendo, così come lo stupido
gioco della “burocrazia e dei protocolli” che invece di risolvere i problemi, li amplifica
costringendo il cittadino ad inutili procedure e mortificando l’intelligenza e la dignità di chi li
usa pensando di scaricarsi la coscienza.

E’ ora di girare pagina! Tutto ciò non può essere tollerato!

Di questo hanno discusso i cittadini che si sono riuniti e che stanno preparando un
incontro con le istituzioni a cui chiederanno spiegazioni della situazione e soprattutto
un’immediata correzione di “governance”.

 

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