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La Segretaria generale di Cittadinanzattiva su PNRR e sanità

Un  articolo su Repubblica del 14 maggio di Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva, analizza il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), negli aspetti relativi alla Sanità.

Nel Pnrr la salute è l’ultima missione per investimento previsto, 15,63 miliardi. L’allarme di Cittadinanzattiva.

Estrapolando dal testo, viene affermato che ci si sarebbe potuti aspettare dal Piano un investimento senza precedenti, dopo anni e anni di sottrazione di fondi sulla sanità pubblica e considerato che il Piano è la risposta a una crisi prima di tutto sanitaria.

Inoltre, a fronte di un’attesa riduzione dell’impatto della pandemia Covid, un’altra emergenza riguarderà la sanità italiana, quella delle cure mancate, vale a dire della prevenzione, delle diagnosi, dell’assistenza, del follow up, bloccati o fortemente rallentati dall’inizio della pandemia e che si vanno ad aggiungere ai problemi, nell’accesso in particolare, che il Servizio sanitario nazionale già presentava.

In realtà, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza la salute è l’ultima missione per investimento previsto.

Non c’è nulla che rappresenti una prima risposta alla questione dei rischi ambientali, climatici e sanitari. Si fa poco i conti con il problema più rilevante mostrato dalla pandemia, che è l’investimento sul personale, a partire dalla sua carenza, e dalla sua formazione e qualificazione. Come rispondere, per esempio, al ridimensionamento della medicina generale, considerato che nel 2027 i medici di medicina generale saranno il 16% in meno degli attuali?

Il timore, inoltre, è che il Piano accolga un’interpretazione del tema dell’assistenza territoriale, pure da tutti richiesta e auspicata, e anche dell’assistenza ospedaliera che privilegia gli spazi alle reti, che investe sulle strutture piuttosto che sulle competenze.

In sostanza – concluse Anna Lisa Mandorino – occorre considerare gli spazi che il Piano privilegia non come fine dell’intervento e degli investimenti previsti, ma quali punti di accesso per un’offerta continuativa e integrata di salute e come nodi di reti sociali e sanitarie, fisiche e digitali.

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