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L’allerta sul sostegno psicologico nella giovane età

Dopo più di un anno di pandemia siamo messi ancora a dura prova nel fronteggiare un virus che è ancora presente. La tenuta psicologica di tutti, ogni giorno è sotto pressione e i dati di ricerche italiane e internazionali sulla salute mentale non sono incoraggianti, soprattutto per quel che riguarda i giovani. Solitudine, emarginazione, paura sono l’oggetto delle segnalazioni raccolte tra i giovani durante la pandemia da coronavirus. L’allerta sul sostegno psicologico delle persone più vulnerabili è alta tanto che anche le Nazioni unite hanno lanciato un monito, con la presentazione del rapporto con le linee guida sulla salute mentale e il covid-19 esortando gli Stati membri a dare vita ad azioni globali per la Salute Mentale.

La chiusura del primo lockdown e successivamente questo clima di pandemia, si è tradotto in una condizione di forte stress per bambini e adolescenti. Le scuole chiuse hanno impedito a gran parte degli studenti, soprattutto delle scuole superiori, di entrare in aula e questo ha reso fragili molti di loro. La perdita della socialità, l’isolamento e spesso anche i problemi legati alla convivenza familiare hanno scatenato irascibilità, comportamenti impulsivi e depressione. È documentato come nei bambini in età preadolescenziale, quindi fino a 12 anni, si sia registrato un aumento dei disturbi del sonno e dell’ansia in generale, sono bambini più irritabili, che dormono meno e male, che mostrano forti preoccupazioni rispetto alla loro salute ma ancora più preoccupati per la salute dei propri genitori. Per gli adolescenti, oltre ad un netto aumento dei disturbi del sonno, è stato notato un aumento degli stati di ansia e depressione che li porta ad una forte chiusura in se stessi.

La differenza tra la prima e la seconda fase della pandemia è molto marcata. Nella prima ondata è stata registrata una leggera diminuzione dei casi di rilevanza psichiatrica, ovvero di ragazzi che hanno manifestato un vero e proprio disturbo mentale, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma questo è cambiato drammaticamente con la seconda ondata, il periodo che va da ottobre ad oggi, dove invece c’è stato un forte aumento delle richieste di aiuto nell’ordine del 25-30% in più.  Alcuni reparti di neuropsichiatria infantile risultano pieni, con accessi raddoppiati rispetto ad un anno fa.  Alcuni studi, non solo in Italia ma anche in Europa, dimostrano che durante la prima ondata della pandemia gli atti di autolesionismo, tra marzo e aprile 2020, sono aumentati dal 50% al 57% con un’incidenza in crescita degli intenti di suicidio e  della ricerca di isolamento. Le patologie sono diverse, vanno dalla abulia alla depressione, dal crollo della concentrazione e dell’autostima all’autolesionismo. La percentuale dei bambini ad alto rischio di disordine da stress post-traumatico è arrivata al 30,9%. Il crescente senso di solitudine percepito tra gli impatti psicologici della pandemia è presente anche nell’indagine Cesvot “Secondo Rapporto su opinione pubblica e volontariato in Toscana“: sono  soprattutto  i giovani tra i 18  e i 29 anni a dichiarare questo sentimento (90%) e anche un aumento della diffidenza (43,9%).

A rimarcare la necessità di una maggiore attenzione sull’impatto psicologico e relazionale della pandemia sulle giovani generazioni l’indagine Doxa che Telefono Azzurro ha commissionato per inquadrare e monitorare questi preoccupanti fenomeni. L’indagine è stata condotta da marzo a novembre 2020 con mille interviste settimanali che hanno coinvolto, in questo campione, 311 genitori con almeno un figlio minorenne.

Durante il lockdown, molti bambini e ragazzi sembrano aver sperimentato un senso di solitudine, a causa della chiusura delle scuole e in generale dell’impossibilità di uscire di casa. Lo sguardo verso il futuro diventa più critico quanto più i figli sono grandi: il 24% dei genitori con figli adolescenti è spaventato dall’idea che questi possano perdere la fiducia verso le possibilità future e il 21% che possano risentire delle difficoltà economiche.

I dati riferiti al Centro di Ascolto e Consulenza (la linea di Ascolto e Consulenza di Telefono Azzurro risponde 24 ore su 24 al numero 1.96.96) dal 21 febbraio al 20 maggio 2020, indicano un incremento dei casi gestiti del 14%, con 799 casi di emergenza registrati, una media di 9 al giorno. Nei mesi di aprile e maggio si è riscontrato, rispetto all’anno precedente, un notevole aumento (+35%) dei casi gestiti dal Centro di Ascolto e Consulenza, con la maggior parte delle richieste provenienti dalla regione Lombardia (21,2%). Il 70% dei casi gestiti  con situazioni a danno di uno o più minori è avvenuto nell’abitazione personale. Per la maggior parte dei contatti la causa scatenante ha a che fare con il tema della salute mentale (28,4%), seguita da situazioni di abuso e violenza (18,55) e difficoltà relazionali (17,96%). In particolare, le tematiche soggette ad un maggior incremento nell’area relativa alla salute mentale sono state la solitudine (+45%), identità e progetto di vita (+43%). In circa 7 casi su dieci il chiamante individua in un genitore il responsabile della situazione problematica.  Allarmanti anche i numeri provenienti dal 114 Servizio emergenza infanzia con 410 casi gestiti dal 21 febbraio al 20 maggio (+13%). Tra i casi gestiti per cui si è reso necessario l’intervento dei servizi territoriali e/o delle autorità le motivazioni principali sono: ideazione suicidaria (+38%), abuso psicologico (+25%), abuso fisico (+20% rispetto all’anno precedente). Charlie telefono amico – 800863096nasce a Pontedera ed è attivo in tutta Italia. Il servizio di ascolto anonimo, riservato e gratuito è attivo da più di trent’anni e rappresenta un punto di riferimento per lo studio del disagio giovanile e adolescenziale, identificando in particolare in quella fascia di età un bisogno di ascolto e supporto crescente. Per quanto concerne il Covid-19, emerge una visione consapevole e responsabile e un approccio ragionevole e lungimirante: la stragrande maggioranza (l’83% in Toscana) pensa che la situazione si risolverà ma in molto tempo e circa il 50% del campione spende con oculatezza pensando alle conseguenze economiche della pandemia.

La Fondazione Charlie Onlus è stata creata nel 1997 con lo scopo di gestire, ottimizzare e pubblicizzare l’attività del numero verde nazionale Charlie Telefono Amico, di potenziare la rete di contatti e collaborazioni e di promuovere attività di ricerca e divulgazione sui temi emergenti dall’attività di ascolto.

“Se il sistema della emergenza ed ospedaliero ha bisogno di maggiore chiarezza rispetto alle sue vocazioni neurologiche o psichiatriche e di migliore organizzazione e qualche rafforzamento in alcune aree del paese, è il sistema territoriale che sta sopportando da dieci anni un carico crescente di bisogni complessi e che rischia di soccombere davanti a questa crisi nella crisi. Il Collegio porterà le sue proposte in ogni contesto istituzionale che possa aiutare ad affrontare e risolvere i problemi strutturali e contingenti di questo settore cruciale per la nostra civiltà, a partire dal tavolo tecnico del Ministero della Salute che si insedierà il 30 Marzo 2021” (Angelo Fioritti – Presidente del Collegio Nazionale dei Dipartimenti di Salute Mentale).

Dati forniti al termine di un Congresso Nazionale della SINPIA di qualche anno fa mettevano in risalto le questioni relative al ricovero e all’emergenza psichiatrica in adolescenza che non riescono a diventare una priorità organizzativa nazionale, nonostante l’allarme periodico sul fenomeno e l’evidenza di un incremento del numero di ricoveri per disturbi psichici di minori e nonostante «gli studi epidemiologici indichino che tra il 18% e il 21% dei minori presenta, nel corso degli anni, un disturbo psicopatologico nell’arco di tutta l’adolescenza, si stima che tra il 9 e il 13% dei ragazzi e delle ragazze si possa presentare una patologia psichiatrica tale da richiedere una presa in carico da parte dei servizi di salute mentale. Ci troviamo davanti a una vera e propria emergenza psicosociale alla quale siamo chiamati a rispondere con estrema urgenza. Servono interventi tempestivi e una rete di servizi sanitari rinforzati e funzionanti anche, e non solo, per rispondere all’aumento dei tentativi di suicidio e autolesionismo che sono dal mese di ottobre 2020 ad oggi segna un +30% rispetto agli anni precedenti. Alle parole di psichiatri e psicoterapeuti impegnati in prima linea per ridare fiducia nel futuro agli adolescenti insistendo sul fatto che l’epidemia non è la fine di tutto, ma un momento di passaggio tra presente e futuro, promuovendo un’alfabetizzazione emozionale fluida che favorisca la diminuzione delle difese narcisistiche, un incontro tra vissuto, pensiero ed emozione per giungere a modalità nuove di affrontare la crisi, dovranno seguire fatti concreti, politiche giovanili e riforme del mondo dell’istruzione che pongano i più piccoli e gli adolescenti al centro della scena e delle azioni.

Saranno importanti nuove politiche e piani di azione preventivi e di supporto per il disagio mentale dei minori. Se non affrontiamo adesso questo malessere lo ritroveremo domani più pesante e pericoloso per  giovani adulti. Servono strategie efficaci per contrastare i problemi psicologici per aiutare i più deboli ad elaborare i traumi che questo comporta e accentuare la resilienza necessarie per vedere di nuovo il futuro a tinte rosee.

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