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Museoterapia: l’arte e la bellezza incontrano la fibromialgia

Un progetto di Museoterapia che è stato anticipato in un  precedente articolo è stato presentato in occasione della Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità 2022, il giorno 1 dicembre, nel corso di un convegno organizzato a Firenze dalle Gallerie degli Uffizi presso l’Auditorium Vasariano sotto il titolo di ‘Esperienze per una cultura dell’accessibilità dal museo al territorio’.

L’esperienza è stata condivisa da un gruppo di pazienti afferenti al gruppo di autoaiuto ‘Fibromialgia: affrontiamola insieme’, coordinato da Rosaria Mastronardo, attraverso un percorso di quattro giornate tra le opere d’arte, e ha già fatto emergere fino dai primi incontri aspetti positivi e benefici, per una malattia non ancora riconosciuta, che non ha una terapia ‘codificata’, spesso molto invalidante sotto gli aspetti sanitari, sociali, lavorativi e non solo, agli occhi di molti ancora una vera ‘disabilità invisibile’.

La fibromialgia è una malattia molto diffusa, poco conosciuta e poco normata in Italia. Non ha ancora un riconoscimento a livello nazionale e lo ha in qualche modo in alcune regioni. L’Italia nel riconoscimento dei diritti dei pazienti con fibromialgia, patologia che colpisce soprattutto le donne, viaggia a più velocità, con alcune Regioni che si sono già mosse per tutelare i pazienti e altre che arrancano. E questo malgrado la malattia riguardi oltre due milioni di persone  (cifra sicuramente sottostimata). La Toscana, ad esempio, è fra le poche regioni ad avere previsto dei percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) dal 2018 ma che non vengono applicati. Le persone con fibromialgia, pertanto, sono senza diritti. La loro è una malattia invalidante che crea grosse problematiche sia a livello di attività fisica che sociale e lavorativa.
In loro aiuto le Gallerie degli Uffizi si sono mosse accogliendo un’idea promossa da Cittadinanzattiva Toscana e dal Coordinamento Toscano dei Gruppi di Auto-Aiuto, che trasforma la fruizione del museo in un momento di benessere, potenzialmente curativo con il progetto ‘Museoterapia. L’arte e la bellezza incontrano la fibromialgia’.
Abbiamo preso spunto da percorsi museali attivati a fini terapeutici dal museum of Fine Arts di Montreal. Nell’esperienza canadese  non si parla di fibromialgia, ma è rilevante come in quel paese siano arrivati addirittura a ottenere il rimborso dal sistema sanitario pubblico di pacchetti di visite al museo.
“Quando qualcosa ti colpisce dentro, l’anima, il cuore, la testa, non puoi dimenticare. Io non dimentico e nella mia testa immagino di essere sempre lì, davanti alla bellezza, davanti ai colori e alle luci della Galleria degli Uffizi. Rivedo l’emozione delle donne che erano insieme a me nel fantastico percorso che ha visto coinvolte alcune delle donne del gruppo” – così scrive Rosaria Mastronardo nel suo splendido  articolo  a commento della giornata e dell’esperienza, dove cita e ringrazia tutti coloro che hanno partecipato alla condivisione dell’iniziativa.
Certamente il vissuto dentro il museo, vedere il bello e rimeditare le opere d’arte sulla propria malattia può portare un beneficio. Un’idea che non poteva trovare terreno di sperimentazione italiana migliore degli Uffizi, che offrono assolutamente tutto in tema di bellezza e qualità delle opere d’arte, oltre che di competenza e disponibilità a collaborare su queste tematiche. L’ambizione adesso è di far diventare questo progetto patrimonio comune: chiediamo soprattutto di diffonderlo e capire come strutturarlo; potremmo pensare di sperimentarlo anche in altre parti della Regione, e magari arrivare a un vero modello di ‘welfare culturale’. Le Gallerie in fondo sono un modello anche per quanto riguarda il territorio col progetto degli Uffizi diffusi.
D’altra parte quando si parla di apertura a chi soffre patologie ed è disabile l’impegno del museo è a 360 gradi e durante tutto l’anno. Nel corso della giornata del 1 dicembre sono state presentate diverse iniziative di grande valore e interesse.
Sotto la guida della responsabile dell’area accessibilità e mediazione, Anna Soffici, il museo si è aperto a una pluralità di esperienze che spaziano dalla visite tattili di alcune sculture della sala della Niobe, progetto voluto dall’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti della Toscana, alla sensibilizzazione al linguaggio dei segni per una migliore inclusività delle persone non udenti.
“Sono varie le iniziative che rendono sempre più accessibili le Gallerie – ha dichiarato  il direttore degli Uffizi Eike Schmidt in un videomessaggio – c’è ancora tanto da fare, non ci siamo ancora, ma la filosofia degli ultimi anni è proprio questa e prende ispirazione dal granduca Pietro Leopoldo, che fu il primo ad aprire il museo come prima grande collezione principesca ai cittadini e ai viaggiatori”.
Collegamento a YouTube per un   video     con le immagini del progetto

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